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I consigli di Carlo per la cura dei pelargoni

Carlo Giorgi

” Con Amore vicino ai nostri pelargoni per un balcone o un giardino più vivo, colorato, profumato, per piante più belle, per una vita più serena “

FINO A CHE NON SONO STATI CONDOTTI APPROFONDITI STUDI SCIENTIFICI (1770 – 1780); SI PARLAVA SOLTANTO DI “GERANI”, (AL SINGOLARE “GERANIUM”) COMPRENDENDO ANCHE LE PIANTE DA FIORE CHE IN SEGUITO SONO STATE CLASSIFICATE COME “PELARGONI” (AL SINGOLARE “PELARGONIUM”), DELLA STESSA FAMIGLIA MA DI DIVERSO GENERE. PER ESSERE PRECISI, NOI USEREMO IL NOME CORRETTO DEI NOSTRI FIORI, NELLA FORMA ITALIANIZZATA DI “PELARGONIO” (AL PLURALE “PELARGONI”)

Due grandi problemi si presentano nella coltivazione dei pelargoni; sono il dosaggio e la scelta del terriccio e della concimazione. Infatti, in fase di crescita la pianta ha bisogno di un determinato elemento più che di un altro. Il terriccio è un rebus, perché difficilmente si riesce a trovarne di completi con tutti gli elementi necessari. Il terriccio universale o per gerani può andar bene, per essere più tranquilli bisognerebbe aggiungere un po’ di terra da orto, difficilmente reperibile.

Al momento dell’invaso, o del rinvaso, bisogna miscelarebene il terriccio a cui aggiungiamo un concime, possibilmente a lente cessione, con azoto, fosforo, potassio in parti eguali, aggiungendo dei microelementi (oggi facilmente reperibili in commercio) chiedendo al rivenditore il dosaggio per ogni pianta. Volendo essere pignoli, nella fase del rinvaso subito dopo le potature si deve usare un concime con più azoto, in seguito quando si arriverà alla fioritura si userà un concime con più potassio. Apriamo una parentesi per spiegare a cosa servono azoto, fosforo, potassio ed i microelementi:

L’azoto – principale elemento chimico che serve per avere una pianta più bella, rigogliosa nella parte verdeggiante;

Il fosforo – serve principalmente a rinforzare l’apparato radicale e dare robustezza ai rami;

Il potassio – serve a dare colori migliori ai fiori e foglie, generare buoni frutti, perservare la pianta da malattie;

I microelementi – servono principalmente alla trasformazione dei concimi, in particolare il ferro e il magnesio, per avere una fotosintesi clorofilliana migliore, dando alle foglie un bel verde intenso.

Secondo quanto dura l’effetto del concime, potremo aiutarli con concimi idrosolubili a pronto effetto da sciogliere nell’acqua d’irrigazione.

Se le piante sono in vaso, non esagerate con le concimazioni, perché queste potrebbero aumentare la salinità del terriccio provocando delle bruciature alle radici e sbilanciare il PH dal valore ottimale, rendendo la pianta più debole, più vulnerabile alle malattie e agli insetti.

Coltivazione gerani in serra.

La varietà grandiflorum (o regal o imperiali), gli angel, i succulenti, i neofiti sono definite piante potassofile (si nutrono con tanto potassio) se possibile nella concimazione dovremo dare un concime ad alto titolo di potassio.

Nei primi giorni dopo l’invaso, tenere il terriccio un pò più umido del normale, mentre dopo il rinvaso, iniziare con poca acqua ed aumentare progressivamente, mentre la pianta incomincia a vegetare.

Non lasciare mai l’acqua nel sottovaso per più di 3 – 4 ore. Quando piove a lungo svuotare sempre i sottovasi.

Quando fate l’invaso, state attenti a non rompere Ia zolla di terra, in modo da non danneggiare le radici; mentre quando fate il rinvaso, dovete tagliare con un coltello affilato terra e radici, fino a Iasciare solo una zolla rotonda del diametro di 10 -12 cm, secondo la grandezza della pianta, naturalmente dopo averla potata, se necessario, diradando i rami.

La potatura, per chi non ha una serra per lo svernamento, dovrà essere fatta a fine inverno; i rami dovranno essere tagliati a meno della metà della loro lunghezza e se sono troppo fitti devono essere sfoltiti.

Per innaffiare, il periodo migliore è il mattino; si può farlo anche alla sera tardi mai nelle ore assolate; cercate di non bagnare mai le foglie. Il cloro, eventualmente presente nell’acqua di irrigazione, può creare problemi.

Fiori in serra.

Ogni tanto fate pulizia alle piante togliendo le foglie brutte e le ombrelle sfiorite rompendole sempre nel nodo all’attaccatura del ramo.

Se ogni 15- 20 giorni volete fare la doccia alle piante, per tener pulite lo foglie, fatelo al mattino di una bella giornata (naturalmente dopo averle pulite).

Durante i mesi caldi d’estate, fate in modo che i vasi (che dovrebbero essere sempre di coccio) non vengano riscaldati troppo dal sole, si potrebbero creare delle bruciature alle radici, che camminano sempre tra il vaso ed il terriccio, provocando una lunga catena di sofferenze per tutta la pianta.

La temperatura ideale per il pelargonio è di 4 gradi (minima) e 28 gradi (massima) con tanto sole e tanta luce.

Se avete la possibilità potete ogni 15 -20 giorni spruzzare le piante con prodotti a base di rame; si sporcheranno un pò le foglie e i fiori, ma Ii renderete più forti contro le malattie.

Gli errori che più facilmente si fanno sono:

Bagnare spesso - Generalmente si tende a bagnare troppo spesso, provocando così asfissia radicale, (danno alle radici per mancanza di ossigeno), le foglie diventano chiare, tenere, quelle basali ingialliscono.

Bagnare poco – I sintomi della poca acqua invece sono appassimento della pianta, in seguito, I’ingiallimento delle foglie basse.

Il metodo più antico e consigliato è toccare il terriccio con le dita e capire se hanno sete o no. State molto attenti al sole, durante le giornate di Luglio e Agosto, (bisognerebbe ombreggiare).

Nei mesi Invernali dove il clima è freddo, (la temperatura scende sotto zero), si devono mettere al riparo; bisogna trovare un posto con più luce possibile. Più debole è la luce nell’ambiente e più bassa dovrà essere la temperatura, l’importante è che non scenda sotto lo zero. Arieggiare appena possibile per evitare malattie fungine.

Fiori in serra

In Inverno occorre dare pochissima acqua, naturalmente facendo attenzione che le piante non si disidratino troppo, la quantità d’acqua dipende dalla tempera dell’ambiente, in attesa della bella stagione per il rinvaso, la potatura e la concimazione.

Per far questo chi ha il giardino e quindi la possibilità di mettere i Pelargoni in piena terra, consigliamo di interrarli addirittura con il loro vaso; al momento di ritirarli sarà molto più facile tirare su il vaso con la pianta.

Se durante l’inverno la temperatura non scende al di sotto dello zero di 2-3 gradi, si possono riparare con teli speciali antigelo di tessuto non tessuto.

I sintomi del troppo sole sono piccole o grandi bruciature ai bordi delle foglie; quelli della poca luce sono: l'ingiallimento e la caduta delle foglie basse, la punta diventa di colore chiaro e tenera e si allunga molto.

Non mettete mai i pelargoni in casa quando sono in vegetazione, altrimenti in 4 – 5 giorni, le foglie inizieranno ad ingiallire dal basso, e in caso l’esposizione a poca luce, duri più a lungo, potrebbe far morire la pianta.

Per avere una pianta più piena, più compatta, con tanti fiori, bisogna imparare a spuntarla. Bisognerà tagliare le punte dei rami che crescono più degli altri, così facendo, dall’ascella di ogni foglia del ramo spunterà un’altra punta, creando un cespuglio sempre più grande e di conseguenza con più fiori.

Quando fate i lavori di pulizia o di spuntatura (sono piccoli interventi necessari), fatelo con allegria e sorriso, parlando loro sottovoce o con Ia musica, se possibile; le piante soffriranno molto meno.

Bisogna avere una particolare attenzione per i pelargoni a foglia colorata. Nei mesi di giugno, luglio, agosto bisognerebbe metterli dove possano prendere il sole del mattino o quello della sera, mai il sole di mezzogiorno, perché brucerebbe i contrni chiari delle foglie dove non c’é clorofilla per la difesa. Nei pelargoni multicolori farebbe sbiadire le bellissime tinte.

Se le piante sono belle e sane, cercate di non spostare sovente i vasi da un posto all’altro, perché le pIante si ambientano nel loro habitat ed ogni volta che le spostiamo soffrono.

Quando adoperate un vaso già usato prima, è bene lavarlo con acqua e candeggina, per evitare che malattie o insetti possano danneggiare la nuova pianta.

Se vi é possibile, non riciclate il terriccio già coltivato; anche in questo caso, se ci fossero muffe o parassiti potrebbero creare dei problemi alla nuova pianta.

Fiori in serra.

Se vi accorgete che una pianta non è in buona salute, dopo averla toccata per le pulizie o le spuntature, non toccate poi le altre piante (prima lavatevi le mani con acqua e sapone) perché potreste trasmettere la malattia. Se peggiora, estirpatela e buttatela nel sacco delle immondizie senza agitarla per non mandare le spore della malattia sulle altre piante. Ci sono già gli insetti che trasportano le malattie, pungendo la pianta malata e poi andando a pungere la pianta sana. Ci sono parecchie specie di insetti, che in certi casi, riescono addirittura a far morire la pianta: “ farfallino bianco (Aleuroide) e i pidocchi (Afidi).

Si possono tenere sotto controllo, adoperando prodotti non tossici, ad esempio una soluzione di 5 cc. di saponaria, in un litro d’acqua.

Per maggiore efficacia è opportuno usare un prodotto a base di Piretro naturale da spruzzare sugli insetti, che il più delle volte si trovano sulla parte inferiore delle foglie, o nelle foglioline piccole della pianta.

Adesso è possibile trovare in commercio un prodotto molto valido (lo usiamo anche noi) per la lotta ai farfallini o ai pidocchi.

I bruchi (ciclo evolutivo delle farfalle) che mangiano le foglie, devono essere cercati sulla pianta,  per certe specie  di giorno, mentre per altre specie di notte con una luce; ultimamente due nuovi bruchi creano altri problemi, uno è la “METCALFA PRUINOSA”  la farfalla si può notare sui rami, si dispone allineata, hanno la forma un pò triangolare di colore grigio, lasciano sulle piante una muffa bianca appiccicosa; l’altra è  la “CACYREUS MARSCHALLI” il cui bruco entra dentro ai rami o al fusto facendo marcire la parte attaccata. Irrorate le piante con prodotto a base di BACILLUS THURINGGIENSIS oppure fatevi consigliare nel negozio dove vi fornite abitualmente, se vedete lungo il fusto o i rami, una muffa bianca, potete spruzzarla con un prodotto a base di Piretro o con un insetticida che potete trovare dal vostro fornitore di fiducia.

Il ragnetto rosso è un parassita che colpisce soprattutto i pelargoni edera e parigini, le foglie attaccate diventano marroni ai margini e poi seccano; il parassita, (evidenziabile con l’aiuto di una lente) vive sulla pagina inferiore delle foglie, si consiglia di spruzzarle dal sotto con prodotti acaricidi. Tutti questi prodotti li troverete in un buon negozio di Vs. fiducia.

Contro tutti questi insetti, consiglio di ripetere il trattamento almeno una volta alla settimana sino all’interruzione del loro ciclo vitale o riproduttivo.

Fiori in serra.

Per proteggere i pelargoni edera o cascanti, un altro piccolo suggerimento per chi abita in zone ventose è quello di tendere dei fili o reti di plastica a maglia molto grande che li tengano fermi appoggiati al muro o alla ringhiera; per gli zonali, piantate dei bastoncini nei vasi e legatevi i rami; oppure scegliete pelargoni nella varietà “nani”.

Chi ama le piante botaniche e volesse avere in giardino o sul balcone qualche pianta di pelargonio particolare, da noi può acquistarne di varie specie, anche rarissime, provenienti quasi tutte dal Sud Africa.

Una cosa molto importante è che il loro ciclo vegetativo annuale è regolato dalla stagione delle piogge e dal periodo di siccità, non dal caldo della primavera-estate e dal freddo dell’inverno come succede da noi.

Nel loro habitat naturale, durante la stagione umida, le piogge sono molto intense e fino a quando il terreno rimane fresco, sviluppano il loro ciclo vitale: vegetazione, fioritura, maturazione dei semi.

Durante la stagione tardo-estiva seccano completamente, rimangono solo i tronchi, i rami succulenti e i bulbi. I quali nel periodo delle piogge sono riusciti ad immagazzinare l’acqua necessaria alla loro sopravivenza in attesa della nuova stagione umida.

Nelle nostre regioni questi due estremi non ci sono mai, allora sta a noi aiutarli a ritrovare un pò del loro clima e della loro terra.

Il terriccio deve essere molto drenante, magari potremo innaffiarli più sovente, ma l’acqua non deve assolutamente stagnare, a questo scopo si può usare una miscela con sabbia , (non fine), perlite, argilla espansa o altro; la concimazione deve essere ricchissima di Potassio.

La miscela del concime che si dovrà usare sarà più o meno questo: 10-15-30 + 2 ovvero (10 di azoto, 15 di fosforo, 30 di potassio + 2 di microelementi).

Per quanto riguardo il clima tutto diventa ancora più difficile; l’ideale sarebbe una piccola serra, ma con un pò di buona volontà e passione con naturalmente un minimo di tempo da dedicare alle piante, si può riuscire.

Fiori in serra.

Supponiamo di comprare il pelargonio in primavera: sarà verde, fiorito o starà per fiorire; godetevi la fioritura e tutte le belle sensazioni che vi possono dare queste meravigliose piante, facendo attenzione all’umidità del terriccio che non dove mai essere troppo alta.

Quando la fioritura finisce o sta per finire o le foglie basse delle piante cominciano ad ingiallire è il momento di sospendere le innaffiature. Le piante devono essere collocate al riparo dalla pioggia fino a quando incominceranno nuovamente a germogliare. Se questo periodo è lungo da 4 a 7 mesi bisogna aver cura che: le piante (in special modo quelle poco succulente), o i bulbi; non si disidratino troppo.

Ci sono due modi per tenerli a riposo e farli vegetare quando vogliamo noi, uno è il caldo asciutto e l’altro è il freddo asciutto; Naturalmente la temperatura deve sempre essere sopra di zero gradi.

Sta a noi decidere quale dei due possiamo scegliere, o anche prima l’uno e poi l’altro, controllando se le piante reagiscono nel modo giusto.

Fino al mese di settembre-ottobre non dovrebbero esserci molte difficoltà. In seguito, se ci accorgiamo che le piante incominciano a vegetare, occorre cambiare subito il terriccio e concimare come vi ho consigliato. Inoltre i vasi devono essere collocati in un posto non molto caldo ma con tanta luce per favorire il ciclo vegetativo delle piante. Nel periodo invernale bisogna stare molto attenti alle irrigazioni. Se invece si riesce a tenere le piante a riposo fino a febbraio-marzo allora diventa tutto più facile; infatti la coltivazione è quasi come quella di un pelargonio normale.


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